FIMMG ME inform@ - (Rassegna stampa)
''Fimmg: ''Serriamo i ranghi''. Obiettivo: un documento da un tavolo comune per la nascita di un Dipartimento universitario'' - Il Sole 24 ore Sanità
Martedì, 19 Dicembre 2006


n.48 del 12 Dicembre 2006 Lavoro/Professione pg. 29



Dal sindacato dei Mmg l’invito a un tavolo comune sulla formazione il 12-13 gennaioFimmg: ''Serriamo i ranghi''
Obiettivo: un documento per la nascita di un Dipartimento universitario
Una lettera sintetica e chiara per chiamare a raccolta tutto il mondo della medicina generale italiana, dai sindacati alle società scientifiche, fino ai gruppi regionali sulla formazione: «Vogliamo invitarvi a partecipare ai lavori di un tavolo della medicina generale per produrre un documento condiviso». Che sia «un passo verso la costituzione di un Dipartimento di medicina generale che abbia un riconoscimento istituzionale e giuridico», raccordo tra Università e Ssn.
La missiva è firmata Fimmg, il maggior sindacato dei medici di famiglia, ed è il frutto della segreteria
che si è riunita il 14 dicembre. Decise anche le date dell’incontro: il 12 e il 13 gennaio a Roma nella sede della Federazione.
La premessa della lettera inviata ai «colleghi» (Giacomo Salvatore Tritto dell’Aimef, Ernesto Mola dell’Assimefac, Vittorio Caimi del Csermeg, Claudio Cricelli della Simg, Piergiuseppe Conti di Snami e Virginio Bosisio di Snamid) è durissima: «Tutti gli sforzi compiuti dalla medicina generale negli ultimi venti anni, anche attraverso l’intensa attività delle nostre organizzazioni, non hanno fino a ora potuto evitare la sua progressiva emarginazione professionale ed economica». A seguire, i mali che affliggono le cure territoriali: «Eccessiva burocratizzazione, offensive limitazioni della nostra autonomia professionale, azioni inquisitorie (Guardia di finanza)». Tutte manifestazioni, secondo la Fimmg, di «una ghettizzazione che rischia di trasformarsi in esclusione definitiva se non saremo in grado, e tutti assieme, di programmare azioni forti per invertire questa tendenza».
La base del rilancio è chiaramente individuata nella «trasposizione nel sistema Dipartimento universitario della nostra cultura, che è viva e diffusa, ma senza riconoscimento istituzionale». Spiega il segretario Fimmg, Giacomo Milillo: «Per un progetto del genere è indispensabile la collaborazione
di tutti i soggetti della medicina di famiglia italiana.
Operazioni radicali di questo calibro non possono essere portate avanti senza un’ampia condivisione
di tutte le componenti attive della categoria».
È il caro vecchio principio secondo cui l’unione fa la forza. Ma qual è l’obiettivo del documento che
uscirà dal tavolo di inizio anno?
«Far conoscere - si legge nella lettera - alle autorità governative e ai cittadini i soggetti, le strutture, i metodi e i contenuti dell’insegnamento della nostra disciplina, ma soprattutto la nostra ferma determinazione a ottenere la sua realizzazione concreta e regolare, quale presupposto indispensabile alla reingegnerizzazione della nostra area professionale».
Tracciare una mappa dell’esistente, in altre parole, e definire le esigenze improrogabili per il futuro.
Come dire: i Mmg non ci stanno più a essere considerati a parole i giganti del Ssn per poi essere
trattati come “nani”. E sono convinti che la strada per ripianare lo squilibrio tra dichiarazioni e fatti passi per l’Università. Per avere medici formati e addestrati in modo sistematico. Senza improvvisazioni.
Manuela Perrone
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