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Messina, ''Il certificato telematico non va. Dure critiche della Fimmg al provvedimento del ministro Brunetta'' - Gazzetta del Sud
Domenica, 6 Febbraio 2011





Domenica 6 Febbraioe 2011 - Messina, pg. 34

di Roberta Cortese

Il provvedimento che obbliga la trasmissione in via telematica dei certificati di malattia non convince i medici. Troppi, secondo i critici, gli intoppi di un sistema che va assolutamente perfezionato, a beneficio dell'utenza e anche per gli stessi medici, considerate le sanzioni previste e scattate ufficialmente lo scorso 1° febbraio. Il ministro per la Pubblica amministrazione e l'Innovazione, Renato Brunetta punta invece l'accento sui vantaggi della procedura a favore dell'economia, dei cittadini – pazienti, degli operatori sanitari, e ancora delle imprese, della Pubblica amministrazione e dell'Inps. Il sistema, almeno solo nella parte che compete al medico, funziona così: il certificato viene inviato all'Inps compilando una pagina web, oppure utilizzando il proprio software abituale o il call center telefonico. Un'innovazione che sta sollevando diversi dubbi e in questo generale clima di perplessità si inseriscono anche gli addetti ai lavori messinesi. Dura la posizione del dott. Giacomo Caudo, presidente dell'Ordine dei Medici e segretario regionale e provinciale della Fimmg: «Siamo molto critici con Brunetta. Riteniamo infatti che le sanzioni, che andavano prorogate, siano sproporzionate rispetto ad una situazione non voluta da noi». Eppure il ministro ha comunque assicurato che saranno applicate solo per colpa esplicita. «Va distinta una dichiarazione verbale dalla realtà – sottolinea Caudo –, e alle parole devono seguire fatti concreti». Sempre secondo Caudo, a subire le conseguenze più pesanti sono i medici di famiglia: «L'obbligo della certificazione on line è prevista per tutti, ma il problema è che i medici di famiglia, liberi professionisti convenzionati, si stanno attrezzando a proprie spese, mentre coloro che operano all'interno di una struttura sono per così dire protetti dalla struttura stessa. Per non parlare del carico enorme che si sta abbattendo sulla categoria a causa della disinformazione. Molti infatti sanno che il provvedimento riguarda solo i medici di base». «Ci siamo organizzati per tempo ma riusciamo a fare tutto solo se la procedura non si intasa – aggiunge il dott. Gaetano Cincotta, medico di base –. Siamo determinati a dare il massimo, tuttavia le difficoltà nel fornire risposte ci sono e alla fine ricadono purtroppo sul cittadino». Per i presidi di continuità assistenziale (ex guardia medica), sabato, giorno prefestivo, è stato il primo banco di prova dopo l'avvio delle sanzioni: «Il problema sta nel fatto che a Messina le postazioni, così come quasi in tutta Italia, non sono informatizzate – spiega il dott. Stefano Leonardi, segretario provinciale Fimmg Continuità assistenziale –, quindi ci si rivolge ai call center, che sono due, il Sistema TS, che risponde automaticamente h24 ma spesso in tilt, e quello attivato recentemente dall'Inps, disponibile dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20, e il sabato fino alle 14, giorni e orari non compatibili con i nostri. Inoltre i tempi di attesa al telefono sono lunghi e il rischio è che gli utenti trovino occupata l'unica linea attiva in ogni presidio. La paralisi dell'assistenza si può verificare poi a causa del numero del personale: se c'è, come avviene ad esempio la notte, un solo medico e questi è impegnato con il call center, non potrà neanche aprire alla persona che si presenta in postazione. L'innovazione tecnologica nella sanità va bene – conclude Leonardi – però va garantita l'informatizzazione». L'opzione del call center sarebbe l'unica possibile anche per i presidi territoriali di emergenza, che svolgono anche attività ambulatoriale, non informatizzati perché presenti presso quelli di continuità assistenziale. Tuttavia, come rende noto il dott. Filippo Mangiapane, segretario provinciale Fimmg Emergenza sanitaria territoriale, ancora non si sono avute disposizioni circa l'obbligo del certificato on line per queste strutture. Passiamo adesso agli ospedali, prendendo il caso dell'Azienda Piemonte – Papardo: «La Direzione si è attivata puntualmente perché si fosse in condizione di rilasciare le certificazioni on line – fa sapere il direttore sanitario, dott. Eugenio Ceratti –. Quanto alle conseguenze provocate dal sistema, diversamente dalle Unità operative, dove il numero di richieste è minimo, i problemi si hanno al Pronto Soccorso, che rilascia molti certificati. Alla procedura di inserimento dati interna all'ospedale, infatti, si somma il trasferimento all'Inps e i tempi, soprattutto per i pazienti in attesa, si allungano. Il sistema di per sé è positivo, ma va migliorato per mettere in condizione gli enti di operare. Altrimenti – conclude Ceratti –, il servizio sanitario risulterà penalizzato».
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